Aiazzone: provare a riavere i soldi dai “furbetti del comodino”

Li chiamano i “furbetti del comodino” che a guardare la loro storia si inseriscono a loro modo al meglio insieme a quei “furbetti del quartiere” di qualche anno fa, noti per i diversi raggiri che compivano negli strati più alti della finanza. Ma tornando ai “furbetti del comodino”, chi sono questi galantuomini? A quanto pare i responsabili del mobilificio Aiazzone. Un po’ triste la storia dello storico mobilificio, noto perché una trentina di anni fa riuscì, con un’esclusiva politica di marketing, a fare incollare al televisore tanta di quella gente che forse, ai tempi, neanche una telenovela poteva fare tanto. Al grido di “provare per credere”, la gente osservava, con la tecnologia in auge negli anni 80, ovvero, con i televisori rigorosamente previsti col monoscopio, come fosse facile e, soprattutto, a buon mercato arredarsi una casa con mobili di pregio, almeno così sembrava, venduti a prezzi di realizzo. Ma tutto cambia, anche i vertici del mobilifio Aiazzone sono cambiati, dopo che il suo ideatore è passato a miglior vita, sono arrivati i rampanti Gianmauro Borsano e Renato Semeraro che hanno cercato di rilanciare la mitica azienda con una formula rinnovata ma sempre permeata dalla classica esclamazione “provare per credere”, ma c’era poco da provare, visto che dopo aver incassato il 30% del costo dell’arredo, ai clienti restava solo l’ultima immagine impressa dei mobili e nulla più, visto che di mobili non restava traccia alcuna. Il mobilificio Aiazzone infatti, non consegnava più i mobili, adducendo scuse diverse.... trasportatori in rivolta, inventari in corso, ristrutturazione aziendale e via di questo passo, fatto sta che al cliente non restava che protestare, protestare, ai call center del mobilificio fino a quando ai telefoni dell’azienda non ha risposto più nessuno e ai clienti raggirati non restava che rivolgersi alle Associazioni dei Consumatori che oggi stanno ipotizzando il reato di truffa contro titolari ed esponenti della Società. L’importate è muoversi in tanti e in fretta perché se dovesse calare un fallimento, i clienti non rivedrebbero più un euro non essendo creditori privilegiati, ha detto Tiziana Sorriento del Codacons che sottolinea un altro aspetto: «Molti hanno fatto un finanziamento per l’acquisto. Abbiamo scritto a Fiditalia, la finanziaria che li offriva per l’acquisto dei mobili, chiedendo che congeli le rate e restituisca quelle già pagate così come previsto dalla legge. Ci ha risposto che non lo farà perché non ha un contratto di esclusiva con Aiazzone». Il paradosso, insomma, è che il cliente sappia già che non vedrà mai la cucina acquistata, ma che sia costretto dalla finanziaria a continuare il pagamento delle rate. Per questo il Codacons sta pensando di citare una direttiva europea per evitare questo abominio.Per l’avvocato Daniele Beneventi, che segue la questione per conto dell’Adoc, Fiditalia si rifà a una normativa vecchia. L’associazione sta inoltrando azioni civili contro la finanziaria e contro Aiazzone. Non solo. È pronta un’azione inibitoria per modificare le condizioni contrattuali imposte dal mobilificio nelle compravendite: «Sono contro la legge - spiega l’avvocato - Per esempio i termini di consegna sono solo indicativi e non sono previste penali». La rivolta è cominciata, ma nessuno è ancora in grado di dire se i clienti otterranno indietro i soldi. L’importate per loro ora è crederci. E provarci. Fonte: La Stampa Giuliano Marchese
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