Caldaia: ecco quali sono i controlli da fare

controllo-caldaia Con l’arrivo del freddo meglio accertarsi che caldaia o climatizzatore funzionino bene per non avere spiacevoli “sorprese invernali”. Anche perché un impianto a posto inquina e consuma meno. Per i controlli sull’efficienza energetica dei sistemi di climatizzazione ci sono alcune novità, dopo l’entrata in vigore del regolamento DPR 16 aprile 2013, n. 74. Altroconsumo ricorda i nuovi termini e spiega che il costo della manutenzione ordinaria di solito va dai 60 euro agli 80 euro. Secondo i nuovi termini per gli impianti domestici (superiori ai 10 kW e inferiori a 100 kW di potenza) a combustibile liquido o solido i controlli sono da fare ogni due anni; per quelli domestici (superiori ai 10 kW e inferiori a 100 kW di potenza) a gas metano o GPL, bisogna fare i controlli ogni 4 anni. Ma ci sono alcune eccezioni a queste regole generali:   • i nuovi intervalli di tempo entro cui è obbligatorio fare la manutenzione valgono nel caso in cui Regioni e Province Autonome non abbiano regolamentato la materia: molte Regioni (Liguria, Val d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Trentino, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Puglia e Sicilia), ad esempio, hanno già il proprio regolamento (che può essere anche più stringente e che comunque andrà adeguato alle nuove linee nazionali).   • la frequenza esatta dei controlli può essere definita (sotto i 4 anni) dal produttore dello specifico apparecchio, ed eventualmente anche dallo stesso installatore.   • le ispezioni di sicurezza sono diversamente regolamentate (DPR 412/93 e 59/1999, s.Lgs. 192/2005 e 311/2006) da Province e Comuni se con più di 40mila abitanti.   Cosa fare per la caldaia domestica?   Se vivi in un Comune con più di 40mila abitanti, Altroconsumo ti consiglia di verificare sempre presso lo Sportello Energia del Comune o in alternativa in Provincia la frequenza degli interventi – compresa la manutenzione – da eseguire e la burocrazia da rispettare (come tenere il libretto di manutenzione, eventuali bolli da acquistare per attestare l’intervento che è stato fatto, eventuali comunicazioni al Comune sulla manutenzione).   “Rispettare le scadenze previste per la manutenzione è importante per evitare eventuali sanzioni, spesso pecuniarie, regolamentate dai singoli Comuni – spiega l’Associazione – sono proprio questi ultimi a fare i controlli a campione e – se si presentano – sei tu che devi dimostrare l’avvenuta manutenzione tramite il libretto di caldaia e le fatture (a meno che tu non viva in un condominio con riscaldamento centralizzato, in cui questi doveri spettano all’amministratore)”.   Quanto si spende per il riscaldamento?   Il costo della manutenzione ordinaria della caldaia varia a seconda delle società a cui ci si affida e a seconda della Regione e di solito va dai 60 euro agli 80 euro (si va oltre i 100 euro, invece, per la verifica delle emissioni). Ma ci sono altre spese eventuali da considerare una volta acquistato l’apparecchio: • il primo costo da sostenere è la prima accensione e il collaudo della caldaia installata; nonché il primo controllo dei fumi, che solo alcune aziende includono nel prezzo di acquisto. • il secondo può essere l’estensione della garanzia e l’assistenza programmata: a seconda dell’azienda, c’è un costo una tantum che varia dai 50 agli 80 euro e un canone annuale intorno ai 100 euro. Quindi, se – ad esempio – vuoi estendere la garanzia fino a 5 anni, ti verrà a costare tra i 500 euro e i 700 euro, un prezzo troppo elevato, nonostante copra le spese per i controlli previsti dalla legge (che in 5 anni, oltre a collaudo e prima accensione, sono uno o al massimo due), la manutenzione anche straordinaria ed eventuali pezzi di ricambio: le caldaie, infatti, non dovrebbero avere grossi problemi nei primi 5 anni di vita. Ufficio Stampa Help Consumatori Se il Visitatore N. contatori
Be Sociable, Share!

Tags: ,