Caro bimbo… far crescere un bambino può costare anche 14 mila euro all’anno

bimbo Chi sa organizzarsi “smista” le spese: lettino, passeggino e seggiolone vengono richiesti a parenti e amici, per la nascita del pargolo o subito dopo, in modo da contenere il budget e distribuire gli acquisti. La nascita di un bimbo è il momento più bello della vita ma presuppone un budget notevole a disposizione della famiglia. Quanto ampio, lo dice uno studio dell’Osservatorio Nazionale Federconsumatori: da un minimo di circa 6400 euro fino a quasi 14 mila euro. Tutto questo in un solo anno di vita. È il “caro-bimbo” del 2012 stimato dall’associazione, che ha analizzato i costi relativi al mantenimento di un bambino nel primo anno di vita, confrontandoli con un’analoga ricerca del 2011. Nell’analisi ci sono tutte le voci: passeggino, carrozzina, culla, vestiti e calzature, latte e pappe, girelli e giocattoli, visite mediche e farmaci, pannolini e biscotti. Si parte da una spesa media minima di 6.349,90 euro fino ad arrivare a un massimo di 13.844 euro, con un aumento, rispettivamente, del 4% e del 3% rispetto alla spesa minima e massima del 2011.[banner type="default" align="alignleft" corners="rc:0"] “Come recentemente denunciato anche dal Ministro Riccardi, che ha avanzato un esposto all’Antitrust, si tratta di costi insostenibili, in particolare per quanto riguarda il latte in polvere ed i pannolini, notevolmente più cari rispetto al resto dei paesi europei. Tanto che molti genitori organizzano addirittura dei viaggi all’estero per fare “scorta” di questi prodotti”, afferma l’associazione.[banner network="altervista" size="300X250" align="alignright" corners="rc:0"] Lo sguardo ai prezzi è impressionante. Per limitarsi alle voci di spesa più elevate, emerge che per vestiti e calzature quest’anno servono da un minimo di quasi mille euro (969 euro) a un massimo di 2528 euro, in aumento rispettivamente del 2% e del 3% rispetto alle spese dello scorso anno. Per i famigerati pannolini, si va da un minimo di 635 euro a un massimo di 1015 euro annui, con un rincaro del 6% sulla spesa minima e del 3% sulla spesa massima rispetto al 2011, e con la precisazione che le differenze dipendono, ovviamente, dalla marca dei pannolini scelti e dal numero dei cambi. Le stime di Federconsumatori dicono inoltre che per visite mediche servono da 755 euro a 1770 euro; per i farmaci il budget da mettere in preventivo varia da 405 euro a 776 euro. Per latte e pappe, che rappresentano una delle voci più corpose, servono da 1530 euro a 3340 euro, con un rincaro rispettivamente del 5% e del 3% rispetto alla spesa media minima e massima del 2011. Anche per i giocattoli non si scherza: in un anno, bisogna mettere in conto una spesa da 329 euro a 715 euro, anch’essa in aumento dal 3% al 4% rispetto al 2011. Risparmiare però è possibile, afferma Federconsumatori. In aiuto arrivano spesso genitori e amici, o la capacità di rivolgersi al mercato dell’usato. “Molte coppie per risparmiare dal punto di vista dello spazio, oltre che da quello della spesa, decidono di sostituire il passeggino, la carrozzina e l’ovetto per l’auto, con i cosiddetti “tris”, cioè carrozzine che, a seconda di come vengono regolate, si trasformano in passeggino e in ovetto. Questa tipologia di accessori possono costare tra 359 e 719 Euro, ben il 9 – 11% in più rispetto al 2011”, precisa ancora Federconsumatori. Ci sono poi le spese per il nido privato o per la baby sitter. Per un asilo nido privato, il costo del tempo pieno mensile varia da 500 euro a 715 euro, anche questa voce in aumento rispetto al 2011. Il Bonus bebè del 2011, previsto come sostegno alle famiglie, è un contributo una tantum di 500 euro che Federconsumatori ritiene insufficiente. “Una cifra davvero irrisoria rispetto ai costi appena illustrati. Sarebbe necessario, soprattutto in questo periodo di crisi che sta mettendo a dura prova i bilanci familiari disporre, riconfermando quello strumento di sostegno, un Bonus bebè di almeno 1000 euro, realmente efficace”, afferma l’associazione, per la quale prima ancora che un fondo di credito (come quello esistente, pari a un prestito di 5 mila euro da rimborsare in 5 anni) “la vera misura da realizzare è quella di utilizzare parte dei proventi del recupero dell’evasione fiscale a strumenti di sostegno della famiglia quali gli assegni familiari soprattutto per i bassi redditi”.

Agenzia Help Consumatori

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