Caro estinto: morire costa di più al Sud che al Nord, sapete quanto può costare un funerale?

  Nella vita esistono tantissime incertezze e poche certezze, ma ce ne è una che, purtroppo più di ogni altra è quanto mai evidente, ovvero, che tutti, chi prima, chi dopo, dovremo morire…. Non ci aspettiamo a questo punto una risposta alla Troisi nello splendido film con Benigni, non ci resta che piangere quando all’’evocazione del frate che gli ricordava continuamente che doveva morire, il fantastico Troisi rispondeva con una frase delle sue, …. Mo, mo segno…. Semmai l’idea della morte apre un'altra ulteriore certezza, che per quelli che restano e che si occupano del caro estinto, il mercato è sempre fiorente e non conosce crisi! Secondo il Codacons, infatti, morire costa caro, ovviamente a chi resta, perché se consideriamo il funerale, la bara, i fiori, il carro funebri e tutti quei servizi aggiunti, chi muore lascia un conto salato da pagare, qualcosa come 4.050 euro di media, senza considerare che a questa sostanziosa somma va aggiunto anche il loculo secondo le disposizioni cimiteriali dei singoli comuni. La [banner type="default" corners="rc:0"]nota Associazione dei Consumatori ricorda inoltre che  le spese per un funerale tutto compreso, aumentano del 15,7% rispetto a 3 anni fa. Qualora per un funerale ci si avvalga dei servizi comunali, il costo complessivo si riduce del 25/30%, a seconda delle zone di residenza. L’Associazione ricorda, tuttavia, che costo di un funerale e’ comunque estremamente variabile e dipende dalle tante voci che lo compongono.Per una bara, infatti, si puo’ spendere da un minimo di 500 euro fino ad oltre 15.000 euro, a seconda della tipologia della cassa, del legno, del rivestimento interno, degli inserti scelti, ecc. Mediamente in Italia il costo di una corona di fiori varia dai 100 ai 200 euro, quello di un cuscino dagli 80 ai 150 euro, quello della lapide dai 500 ai 1500 euro, mentre per gli annunci mortuari si spende dai 300 ai 1000 euro. Costa di più morire dove si guadagna meno Ma morire costa in maniera diversa a seconda che il caro estinto sia deceduto in una località piuttosto che in un’altra. E qui la prima incongruenza, in Italia morire al Sud, dove i livelli occupazionali e di ricchezza procapite sono più bassi, rispetto che al nord dove, almeno sulla carta si sta meglio, costa sicuramente più caro. Al Sud infatti un funerale, tutto compreso, costa quasi il 20% in più rispetto che al nord e a tutto il resto d’Italia. Il motivo è riconducibile al fatto che nel Sud Italia tale cerimonia essendo più sentita da parte delle popolazioni prevede anche solo per questa ragione qualche orpello ed accessorio in più e siccome, come visto, la spesa per un funerale è tutt’altro che indifferente, c’è chi sceglie non di morire a rate, semmai di pagarsi il funerale  a rate, ovviamente, anche in questo caso, l’onere resta agli eredi! Il risultato? Su cento funerali, almeno 35 sono pagati a rate. [banner network="altervista" size="300X250" corners="rc:0"]In alcune citta’ del sud Italia, ad esempio Napoli, l’evento e’ cosi’ sentito che e’ possibile far partecipare ad un funerale dei “figuranti” i quali, dietro pagamento, accompagnano il feretro piangendo e inscenando disperazione, cosi’ da rendere piu’ tragica la scomparsa del defunto. Per risparmiare sui costi totali delle esequie si opta sempre piu’ per la cremazione: nel 2011 sono state in Italia 80mila, pari al 10% del totale dei funerali. I costi della cremazione consentono infatti forti risparmi e le tariffe sono fisse e variano da comune a comune, da 230 euro a un massimo di 578 euro. Forti le differenziazioni sul territorio: a Milano vengono cremati il 65% dei defunti, a Palermo solo lo 0,2%. L’’Unione Nazionale Consumatori di Roma, invece, pone l’attenzione su un altro business ‘fiorente’, quello dei crisantemi: non aspettate di acquistare i crisantemi proprio nei giorni a ridosso della Festa del 2 novembre, in modo da evitare di pagare prezzi maggiorati fino del 100% per gli stessi fiori che al mercato all’ingrosso costano la metà. Essere consumatori consapevoli e combattere la speculazione dei prezzi significa – soprattutto in tempi di crisi – anche iniziare a preferire al crisantemo, che nella nostra cultura è il simbolo della commemorazione dei defunti, fiori “alternativi” come ciclamini, margherite e gerbere bianche, altrettanto adatte alla circostanza, durevoli nel tempo e dai costi ragionevoli. Perché non è certamente dal tipo di fiore che può dipendere il ricordo e la vicinanza ai propri cari defunti nel giorno dedicato alla loro memoria. Fonte: Help Consumatori
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