Compro Oro: ma è davvero tutto oro?

  Un numero impressionante di nuove imprese, solo negli ultimi due anni i Compro Oro in Italia sono cresciuti di ben quattro volte e se ne contano nel nostro Paese ben 20 mila per un giro di affari complessivo di 3 miliardi di euro all’anno e se poi facciamo il raffronto con le Regioni, scopriamo che in media l’aumento capillare di queste realtà è pari al 20%, al Sud anche del 60%. Ma son tutte rose e fiori? Innanzitutto c’è da dire che l’aumento vertiginoso di punti vendita di Compro Oro è un triste fenomeno che ben ci palesa lo stato delle famiglie italiane strette da una crisi che toglie loro il respiro e, dunque, l’esigenza da parte degli italiani di doversi disfare dell’oro che hanno in casa per monetizzare subito qualcosa. Dall’altro lato proprio questo grande interesse verso il prezioso metallo potrebbe farci pensare che questi si stia sempre di più rivelando un investimento, un nuovo bene rifugio come non mai prima d’ora. Ed a questo punto che la domanda nasce spontanea, di fronte a questo rapidissimo rifiorire del mercato, cosa c'è dietro i Compro Oro? Il consumatore, che vuole vendere il suo oro, può fidarsi di questi negozi o no? Un dubbio che pervade la mente di molti a cominciare dall'On. Gabriele Cimadoro (Idv) che ha presentato una risoluzione alla Camera, in cui si parla del fenomeno e si chiede al Governo di promuovere, anche in collaborazione con le associazioni di categoria, iniziative per informare ed educare il cittadino alle problematiche legate alle attività di Compro oro, per evitare pregiudizi economici causati da condotte truffaldine eventualmente poste in essere dai commercianti. E' necessario, innanzitutto, un monitoraggio che consenta di censire i punti vendita attualmente operanti in Italia. Ma c'è un'altra questione su cui intervenire: la facilità con cui è possibile aprire un punto vendita di oro usato. Le procedure amministrative sono abbastanza snelle: basta possedere i requisiti di incensurabilità e onorabilità, avere l'autorizzazione di pubblica sicurezza da parte della questura previa comunicazione al comune di inizio attività, e aprirsi la partita IVA; non è necessaria l'autorizzazione dell'Ufficio italiano dei cambi. Inoltre, ogni negozio che acquista e vende oro si attiene a un proprio listino e può effettuare le proprie valutazioni di stima: le quotazioni ufficiali delle borse internazionali e delle mercuriali sono meramente indicative e non vincolanti. Ciò, in molti casi, si traduce in una truffa ai danni del consumatore (articolo 640 del codice penale), spesso ignaro di peso e carati del materiale e comunque non in grado di effettuare una valutazione e un calcolo valoriale esatti. Infine, ci sono casi in cui il materiale commerciato è totalmente falso e privo di valore economico: secondo i dati della Guardia di Finanza, ci sono sequestri di pietre preziose false, episodi di contraffazione, usura, ricettazione e violazione delle leggi di pubblica sicurezza. Tutto questo ammonta, per tutto il 2009 e nei primi dieci mesi del 2010, ad oltre due milioni di euro, più altri due milioni di euro per la minuteria e agli oggetti di gioielleria. Per questo nella risoluzione si chiede di definire una normativa omogenea su tutto il territorio nazionale che preveda una specifica (e più stringente) procedura per l'apertura di punti vendita e il censimento degli stessi mediante l'iscrizione in apposito albo. Sarebbe opportuno anche introdurre apposite sanzioni amministrative e criteri merceologici vincolanti a cui i commercianti devono attenersi nel determinare il prezzo di scambio. Infine servono specifici controlli da parte degli operatori competenti in materia di contrasto alla criminalità, preordinati ad evitare che le attività di Compro oro si traducano in bacini criminogeni. Fonte: Help Consumatori Vuoi sapere quante visite ha questo articolo? clicca nel bottoncino accanto
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