Corte di Cassazione: punita la donna ingrata

  Se qualche donna intendesse sposare un uomo col solo fine di prosciugarne le ricchezze appropiandosene, starebbe sbagliando i propri conti, il rischio è quello infatti di vedersi defraudati dal Tribunale tutti gli averi sottratti con sotterfugio al coniuge. Lo ha stabitito la Seconda Sezione Civile della Corte di Cassazione che con Sentenza n. 22936 del 4 novembre scorso ha accolto la richiesta di un uomo che aveva sposato in seconde nozze una donna intenstandole beni immobili e conti correnti bancari, salvo poi da parte della moglie tradire ripetutamente il marito e abbandonarlo appena quest'ultimo si ammalasse. [banner type="default" align="alignright" link="000000" text="000000" url="001708"]

Il valore di beni e donazioni ammontavano a 730 milioni di lire in contanti o titoli e un immbile che la donna è stata condannata a restituire. Ciò in quanto la Corte ha ravvisato " nel complessivo comportamento della ricorrente quella mancanza di solidarietà e riconoscenza , quel malanimo, che ritenuto assurgere ad ingiuria grave", nei confronti dell'ex che pure era stato così generoso nei suoi confronti. Per questo motivo ha accolto la richiesta di restituzione dell'appartamento. Non è invece scattata la revoca per i 730 milioni di lire in titoli poichè la donazione era avvenuta nel momento in cui i due già convivevano e dunque, per il tribunale non si trattava di una donazione ma soltanto di una particolare modalità di gestione delle risorse comuni.

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