Mai come in questo periodo si sente parlare della parola
default, un termine più forbito per indicare il più impressionante
fallimento. Ma cosa accade se una Nazione fa default?
Avviene la stessa cosa che avverrebbe se a fare default fosse un'azienda, ovviamente con ripercussioni diverse, oppure se a fare default fosse un privato cittadino che si vedrebbe costretto a non poter più far fronte al pagamento delle utenze di casa, ad esempio, così come un'azienda non potrebbe più pagare dipendenti e debitori e, ovviamente le
banche, così come un
Comune che fa default non potrebbe pagare le proprie spese per la gestione del
Centro che amministra ed in quest'ultimo caso interverrebbe lo
Stato a sanare la situazione. Ma se è lo Stato a fallire che cosa accade?
Per prima cosa uno Stato fallito non onorerebbe più, alla scadenza prevista, i
titoli di Stato dallo stesso emesso. Significa che i cittadini reclamerebbero i soldi investiti e non li ritroverebbero più. Stessa cosa avverrebbe con i dipendenti pubblici, diretti collaboratori dello Stato che non potrebbero essere più pagati per il loro lavoro. Stessa sorte acc adrebbe a chi vanta soldi dalla
Pub blica Amministrazione per eventuali lavori o forniture fatte. Ma per quanto riguarda l'Europa, sembrerebbe strano che all'interno degli Stati membri ci possa essere qualche Nazione prossima al default ed invece, come stiamo vedendo, il rischio c'è eccome, nonostante quella sorta di
«paracadute» che l'Europa volle darsi nel 1992 con il
Trattato di Maastricht che introdusse il tetto del 3% del Pil per il deficit e del 60% del Pil per il debito pubblico come condizioni da realizzare entro il 1997 per i Paesi che volessero entrare nell'
euro. Anche il
Patto di Stabilità andava nella stessa direzione, evitare che le condizioni di un singolo Paese potessero pesare sugli altri Paesi membri. Con tale accordo si imponeva il controllo delle politiche di bilancio di ogni singolo Stato. In tutti i due i casiper chi non avesse rispettato le norme scattavano le
sanzioni. Si tratta di vedere, sanzioni a parte, se gli Stati europei hanno rispettato le norme previste nel trattato di Maastricht e nel Patto di Stabilità. Sicuramente no, basta vedere il rischio di default della
Grecia, ma anche dell'
italia che non ha rispettato i parametri imposti dall'
UE, se consideriamo che il nostro Paese ha un deficit pari al 3,9% del Pil e un debito del 120,6% sul Pil.
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E, dunque, il rischio di un default dell'Italia non è così remoto come qualcuno vorrebbe farci credere e le stesse politiche attuate fino adesso non tranquillizzano nessuno circa la possibilità di evitare il collasso dei conti pubblici.
Cos'è lo Spread?
Un altro termine col quale stiamo sempre di più facendo i conti in questo periodo di gravissima
crisi economica della Nazione investita anche da una forte
recessione, è lo
spread, una sorta di indicatore della finanza di quel Paese. Di fatto lo spread indica quanto costa il
debito pubblico di uno Stato, poaragonato a quella Nazione Europea, per quanto ci riguarda, che è ritenuta economicamente più solida e stabile, in questo caso la Germania. Dunque lo spread indica i maggiori interessi che una Nazione deve pagare per immettere sul mercato[banner network="altervista" size="468X60" align="alignright"] i propri titoli di Stato. Il valore dello spread che ha toccato anche quota 450 punti, è espresso in centesimi di punti percentuali.
Perchè in Italia lo spread è sovente molto alto?
Perchè se le politiche economiche del nostro Paese non sono efficaci anche i suoi titoli di stato perdono valore e, dunque, vengono per questa ragione comprati di meno e chi li compra pretende un rendimento più alto dovendosi sobbarcare il maggior rischio di insolvenza di quello Stato.
Tags: Default, Spread, titoli di stato
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on martedì, febbraio 14th, 2012 at 15:16 and is filed under Approfondimenti, Attualità, Banche, Economia e borse, Finanza, Politica economica, Pubblica utilità.
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