Default: la Grecia nel caos e fuori dall’euro, un disastro anche per l’Italia

I fatti sono noti, la Grecia è nel caos, non riesce ad eleggersi un governo degno del nome che porta, non si riesce a fare una coalizione che possa reggere il Paese, al punto che si dovrà ricorrere, gioco forza, ad un governo tecnico, come accaduto in Italia. Attualmente, in attesa di giungere a nuove elezioni, si ipotizza anche una misura straordinaria rappresentata dall’uscita di Atene dall’Euro. Ci si chiede a questo punto le ripercussioni che una simile decisione avrà, non solo per la Grecia, ma per quanto ci riguarda, anche per noi. Infatti, il ritorno alla dracma, la moneta ufficiale greca prima dell’euro, avrà ripercussioni serie sia per lo stato ellenico che per il resto dell’UE, ovviamente Italia compresa, addirittura a noi tale decisione potrebbe costarci qualcosa come 100 miliardi in un anno, almeno secondo le stime degli analisti più accreditati. [banner type="default" align="alignright" corners="rc:0"]Nei fatti, sbattere la porta in faccia all’Europa, da parte della Grecia, significherà trasformare tutte le operazioni bancarie in dracme, con una inevitabile discrepanza per quanto riguarda il cambio fra le due monete, pari a 340,75 dracme per un euro, così come avvenuto nel 2002, anno di ingresso della Grecia nell’Unione Europea, da noi, come sappiamo il cambio lira/euro è di 1.936,27. Ciò comporterà ovviamente una svalutazione che potrebbe assestarsi anche al 70% e, dunque, chi aveva depositato 10.000 euro se ne potrebbe ritrovare appena 3.000, come potere d’acquisto di quel capitale e non solo. I greci presi dal panico, potrebbero assaltare le banche e ritirare il tutto ancora in euro con la speranza di utilizzare il denaro altrove o, addirittura, scappare via dalla nazione. Quest’effetto, sempre secondo gli esperti del settore, potrebbe leggersi con un abbattimento del Pil greco di almeno il 20% e, dulcis in fundo, la fuoriuscita della Grecia dall’euro comporterà la rinuncia del prestito di 130 miliardi promesso dalla banca centrale europea. Poi toccherà agli altri Stati, Italia, ovviamente compresa. Si assisterà al crollo immancabile delle borse, all’aumento dello spread che se fosse pari alla riduzione del Pil greco, potrebbe aumentare di almeno 20 punti e non solo. [banner network="altervista" size="300X250" align="alignleft" corners="rc:0"]Alla stregua di chi fallisce e non paga più nessuno, a pagarne le conseguenze saranno Stati come l’Italia, la Spagna in primis, per effetto dell’onda d’urto sui mercati, al punto che c’è chi ipotizza che per ogni cittadino della Ue, a partire da noi e dagli spagnoli, tale effetto domino potrebbe costare più di 10 mila euro all’anno ad abitante. Tutto questo perché non potendo la Grecia provvedere a realizzare un nuovo Governo, non potrebbe in questo modo rispettare più i piani concordati con l’Unione e, dunque, verrebbe da questa estromessa dall’euro.  “Non voglio nemmeno parlare di un ritorno alla dracma - ha dichiarato l'ex ministro delle Finanze, George Papaconstantinou – c’è una larga maggioranza dei greci che vuole restare nell'euro. Se usciamo l'economia crollerà, l'inflazione pure e i redditi cadranno drammaticamente. Sarebbe un brutto affare per la Grecia, ma una tragedia terribile per l'Europa”.  
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