Enzo Tortora: storia di una vergogna tutta italiana

  Una storia che all’inizio degli anni ottanta commosse l’Italia intera, contrapposta fra innocentisti e colpevolisti alla stregua di quanto avvenuto con i grandi crimini irrisolti della giustizia italiana. Una storia contemporanea che fa parte già delle vicende di malagiustizia del secolo scorso, una storia di un’Italia difficile che viveva il riverbero degli anni di piombo e una politica che di lì ad un decennio avrebbe traghettato l’intera Nazione verso la seconda Repubblica ma che in quel periodo registrava gli insuccessi dello Stato nei confronti della criminalità organizzata. Per non parlare anche dell’avvento proprio in quegli anni della nuova Camorra, la stagnazione delle indagini sulle grandi stragi dei decenni trascorsi e il protagonismo di giudici poco scrupolosi che in una stagione che inaugurava il pentitismo da parte di esponenti della malavita organizzata, salutato come antidoto al male che doveva combattere, non furono in grado di discernere nemmeno la qualità dei collaboratori di giustizia. A pagare questo vero e proprio disastro perpetrato dalle Istituzioni fu Enzo Tortora. Le nuove generazioni hanno ricordi sbiaditi di questo personaggio che al culmine della propria carriera bucò gli schermi della Rai con il suo “Portobello”, dimenticando però che Tortora fu uomo di spettacolo legato a “mamma RAI “ da legami altalenanti ed infine incaricato di guidare uno spettacolo sicuramente difficile e complicato ma di gran successo all’epoca, causa indiretta esso stesso poi della fine del suo conduttore.[banner type="default" align="alignright" corners="rc:0"] Oggi a ricordarci uno degli avvenimenti più tragici e incredibili della nostra giustizia a quasi trent’anni dai fatti, ci pensa una fiction di Rai Uno “ Il caso Enzo Tortora – dove eravamo rimasti “ con Ricki Tognazzi interprete principale e con la sua stessa regia. Ma a colpire in questa ricostruzione televisiva oggi che dai fatti sono passati tre decenni, adusi come siamo a dimenticare il passato, è l’uomo Tortora ed in questo non v’è nessuna celebrazione storica post mortem di chi ha pagato a caro prezzo l’incuria di quanti dovevano fare giustizia ed invece si sono macchiati di malagiustizia. L’interpretazione di Ricki Tognazzi è magistrale, segno tangibile non solo della maestria dell’attore ma anche della sua capacità di compenetrarsi all’interno dei fatti. Forse proprio questo ha permesso all’intero cast, ci sono pure interpreti di spessore come Toni Sperandeo e tanti altri, di farci rivivere lo spaccato di una Società nascosta rappresentata dalle mura delle carceri, dove l’umanità silenziosa che nessuno vuol vedere, traspare nelle battaglie intraprese da Tortora in quegli anni proprio per dare voce ai detenuti. Traspare dalla lettura degli sguardi di Ricki Tognazzi nei momenti più tragici del suo personaggio incastrato e vittima esso stesso di una delle vicende più amare che la nostra storia giudiziaria ricordi.[banner network="altervista" size="300X250" align="alignright" corners="rc:0"] Ma Enzo Tortora, grazie oggi alla bravura di Ricki Tognazzi, ci fa conoscere quei lati nascosti dell’uomo dietro la ribalta dei suoi spettacoli, un uomo che all’interno di quelle vicende incredibili e tragiche ci appare come un uomo comune, un uomo per bene trasformato in quei giorni in un mostro dato in pasto all’opinione pubblica in un circo mediatico che gli costò la vita. Un’ingiustizia italiana che ci avrebbe dovuto insegnare anche dell’altro e forse non è riuscita nemmeno in questo. Ad esempio poteva insegnarci che dagli errori si migliora e al contrario pochi e significativi sono stati i cambiamenti che consentono a tutti di difendersi meglio dagli errori giudiziari. Ma Enzo Tortora non era un uomo comune, Enzo Tortora  era uomo potente e famoso che riuscì, pur riportando ferite laceranti per tutto il resto della sua vita, a superare l’inferno dantesco in cui l’avevano cacciato. La stessa cosa non può dirsi per quanti, meno famosi di lui, incappano in vicende analoghe al punto da poter per lo meno sperare che se la giustizia non è uguale per tutti, che almeno l’ingiustizia sia uguale per tutti.
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