È capitato a tutti noi di non riuscire a collegarci a un
sito Web, ricevendo un messaggio di errore che varia a seconda del
browser, del sistema operativo e della causa del mancato collegamento. Ebbene, alle cause già note se ne è aggiunta di recente una imprevista: la censura“privata”, ossia effettuata da operatori di telecomunicazioni nei confronti degli utenti di
telefonini mobili (che generano oramai il 10 per cento dell’intero traffico Internet).
Diversa dalla censura “pubblica”, notoriamente praticata dai governi antidemocratici per bloccare l’accesso a contenuti sgraditi al regime, quella “privata” blocca l’accesso a siti sgraditi agli operatori telefonici, quali il sito Biased-BBC (
www.biased-bbc.blogspot.co.uk), che mette in discussione l’imparzialità della Tv pubblica britannica, il sito della St Margarets Community (
www.stmgrts.org.uk) o il sito francese La Quadrature du Net (
www.laquadrature.net/en), che ha condotto una forte battaglia contro l’ACTA, l’accordo anti-pirateria digitale accusato di ledere i diritti e le libertà fondamentali.[banner type="default" corners="rc:0"]
A denunciarlo è un rapporto ufficiale del relatore
ONU per la libertà d'opinione e d'espressione, Frank La Rue, l’articolo continua
Q U I [banner network="altervista" size="300X250" corners="rc:0"]
Tags: internet, web
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on mercoledì, giugno 20th, 2012 at 15:41 and is filed under Difesa consumatori, Informatica notizie, Primo piano, Pubblica utilità.
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