Multe: puoi contestarla se è arrivata dopo 90 giorni

multe Se la multa arriva 90 giorni dopo la data dell’infrazione è possibile contestarla. Una vecchia regola che torna attuale visto il caso eclatante di Milano, dove il Comune ha multato quasi 300mila vetture per eccesso di velocità (grazie all’autovelox). E i numeri sembrano destinati a crescere perché sono riferiti a un lasso di tempo di 50 giorni. In molti casi la sanzione viene inviata oltre il termine dei 90 giorni previsti dal Codice della Strada. Perché il Comune ha deciso di calcolare il termine dal giorno in cui la foto viene visionata dai funzionari, anziché dal giorno dell’accertamento fotografico. Altroconsumo contesta quest’interpretazione della legge e spiega come fare ricorso. “Sostenere, come sta facendo il Comune di Milano, che i 90 giorni decorrono da una data successiva a quella della violazione, è illegittimo – spiega l’Associazione – Anche perché, se così fosse, non si capisce a cosa serva il termine dei 90 giorni previsti dalla legge, che a questo punto sarebbe completamente nelle mani della pubblica amministrazione. Si tratta di una grave scorrettezza nei confronti dei cittadini, perché in tanti pagheranno convinti che non ci sia niente di irregolare. Altroconsumo precisa che l’unico caso in cui si può fare eccezione è quando sono necessari ulteriori accertamenti per individuare il proprietario (per esempio se l’auto è intestata a una società di leasing, è stata venduta o il proprietario ha cambiato residenza): solo in questo caso i 90 giorni decorrono dall’accertamento. Ecco come fare ricorso   Chi ha ricevuto una notifica dopo 90 giorni rispetto alla data di infrazione, può contestarla la lettera messa a disposizione dall’Associazione. Ci si può rivolgere al giudice di pace entro 30 giorni dalla notifica del verbale o, in alternativa, al prefetto entro 60 giorni. In entrambi i casi non è necessario rivolgersi a un avvocato. • Se si sceglie la strada del giudice di pace, il ricorso deve essere presentato, a mano o tramite raccomandata a/r, al giudice del luogo in cui è stata commessa la violazione del codice della strada. Al ricorso è necessario allegare il proprio codice fiscale, il verbale di contravvenzione e eventuale documentazione aggiuntiva per sostenere le richieste. Contrariamente a quanto avviene con il prefetto, scegliendo la strada del giudice di pace bisognerà pagare un contributo fisso di 43 euro (per ricorsi fino a 1.033 euro). • Al prefetto si ricorre generalmente per i cosiddetti “vizi di forma”, vale a dire per gli errori di forma che non richiedono una valutazione concreta del caso (notifica arrivata dopo il termine previsto dalla legge, dati anagrafici del proprietario che non corrispondono a quelli della contravvenzione…). In questo caso il ricorso è gratuito e va presentato entro 60 giorni dalla notifica del verbale, in carta semplice, a mano o tramite raccomandata a/r al comando di polizia municipale o in prefettura. Se il prefetto respinge il ricorso, la multa da pagare sarà almeno doppia rispetto a quella iniziale. In questo caso, si potrà poi presentare ricorso al giudice di pace contro il provvedimento del prefetto. Articolo redatto da Help Consumatori SEI IL VISITATORE  N. contatori
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