Papa Bergoglio: no, Santità, non basta un sorriso contro un massacro!

bergoglio Sarebbe auspicabile che gli italiani in particolare, invece di imbibirsi di tutte le fandonie ben condite da buonismo a tanto al chilo che ci raccontano a Sinistra riguardo le immigrazioni celandoci, scientemente e volutamente, ciò che si agita contro di noi da molti territori da cui provengono gli immigrati, sarebbe auspicabile dicevo, che aprissimo gli occhi sul rischio Islam in Europa e per quanto ci riguarda l’Italia. Noi, soccorritori delle carrette del mare così prodighi di attenzione verso i clandestini, tanto prodighi da coccolarceli come preziose risorse, tanto da accettare come fosse una maledizione divina, per alcuni, una benedizione dall’Alto, per altri, l’invasione incontrollata di migliaia e migliaia di finti profughi in massa, sappiamo il significato della parola Boko Aram, la sbandierata organizzazione che nel 2009 ha fatto fuori in Nigeria 5 mila cattolici e demolito qualcosa come 350 chiese? Prima di tradurre letteralmente il termine Boko Aram, visto che molti fanno finta di scordarne il significato, pur conoscendolo bene, forse sarebbe meglio ricordare che a scappare dalla Nigeria, che non è un Paese in guerra, non sono i cattolici, come sarebbe normale che accadesse a questo punto e dunque, a coloro che non ricordano il significato di Boko Aram, ricordiamo che letteralmente la parola significa “l’educazione occidentale è peccato” e con questa semplice frase si legittimano gli eccidi dei fondamentalisti islamici contro i cristiani, quegli islamici che stiamo coccolando per portarceli in casa nostra sempre, ma sempre più numerosi e compatti. Quegli estremisti islamici che in Nigeria, al grido che la nostra educazione è peccato, ha reso 10 mila bambini orfani e 7 mila donne vedove dei loro mariti periti sotto la violenza di Boko Aram, eppure noi cosa facciamo? Apriamo la porta all’Islam, accogliendo indiscriminatamente chi viene e senza bussare si impone nella nostra Nazione e ci porta i loro costumi, le loro ideologie, la loro religione. Ma la domanda che oggi tutti forse dovremmo cominciarci a fare è la seguente? Quante volte all’Angelus, così come ad ogni altra occasione in cui il Papa ha fatto sentire la sua voce, praticamente tutti i giorni, abbiamo sentito il Pontefice ricordare le vittime dell’olocausto che si compie in Nigeria ad opera di Boko Aram? Io credo mai, ascolto altri temi, altre problematiche e non odo nelle parole del Papa le giuste urla e il giusto risentimento che la Chiesa dovrebbe avere nei confronti di chi, nel silenzio artatamente creato per rimbecillirci e non osare ribellarci contro l’immigrazione, commette orribili azioni contro i cristiani, per i quali non mi sembra che il Papa si sia sforzato di pronunciare preghiere e ricordi. Il Papa ha altro per la testa, questo Pontefice così simpatico, così ammiccante, col sorriso stampato sulle labbra, così prodigo di telefonate ai comuni mortali, con quell’aria da amicone con la parola giusta per tutti pensa ai poveri del mondo, come a voler annacquare con le parole e renderle tanto diluite da non comprenderne la sostanza, ma si scorda i poveri che ha a fianco al suo potente stato. Quegli italiani vessati dalle tasse, quegli italiani costretti a vivere nel degrado delle loro periferie, quegli italiani che rischiano di morire solo perché non hanno i soldi per fare un semplice esame medico che sveli in tempo una patologia destinata a rivelarsi fatale se colta con ritardo. Quegli italiani che, grazie anche alle risorse sottratte da un’immigrazione selvaggia, sono costretti ad aspettare che i venditori di frutta e verdura nei mercati finiscano la loro giornata per scartare della merce su cui si fiondano decine di italiani poveri, per lo più anziani, con una pensione da fame... Non sono poveri anche loro per Bergoglio, non meriterebbero anche loro il suo rispetto e la sua attenzione, invece di scrutare dal mare l’arrivo di una nuova carretta ed allargare le braccia per accoglierla? Ma a Bergoglio interessano altri temi, assume l’espressione truce con i suoi vicini di Stato solo per ricordarci di dover chiedere perdono, se mai avessimo pensato di non accogliere più nessuno e qualche volta ci ricorda anche che dovremmo vergognarci, per aver pensato sia pure lontanamente che l’uscio di casa qualche volta vorremmo chiuderlo agli estranei. Ciò perché, al Papa interessano solo i poveri musulmani dei barconi, dei cristiani si dimentica, anche degli oltre centomila cristiani sgozzati e uccisi da estremisti musulmani. Anzi, qualche volta si ricorda dei cristiani colpevoli di sfruttare il lavoro minorile, l'ha ricordato durante una intervista al giornalista Eugenio Scalfari, l'ha ricordato nelle "Giornata del Fanciullo e questo è sbagliato per il Papa. Certo che è sbagliato diremmo noi che Papi non siamo, al punto che forse questo tema è più da comuni mortali che da primo vescovo di Roma, visto che a lui competerebbero ben altri attacchi per scagliarsi contro gli eccidi contro l’umanità, cristiani in testa. Perchè non ha pure ricordato le bambine cristiane vendute all'Isis come schiave e violate e morte di infezioni dopo essere state violentate ad opera di fanatici di una religione così presente in alcuni territori? Forse Papa Francesco torna poco su questi argomenti perchè la serie di crimini è così lunga che non basterebbe un giorno per elencarla e allora parla molto spesso di temi più soft, meno impegnativi come fossimo in un salotto davanti ad una tazza di tè dimenticando così che le tensioni, le stragi  non si risolvono con una pacca sulla spalla ed un abbraccio al prossimo immigrato islamico che sbarca sulle nostre coste, anzi così si aggravano, si spostano dentro casa nostra e il rischio che con il terrorismo islamico che viaggia anche su barconi si sposti il problema anche dalle nostre parti, non è lontano e vago, è reale è certo e quanto mai sicuro, caro Bergoglio. Giuliano
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