Piano casa: al via il secondo che prevede il “silenzio-assenzo”

Non è che il primo piano casa di Berlusconi abbia fatto faville, si pensi che ha funzionato in due sole regioni italiane, Veneto e Sardegna, ne consegue che si vuole cercare di rilanciare tali agevolazioni per l’edilizia si deve emanare un piano casa bis. In che cosa consiste tale nuovo piano casa? In un sistema innovativo che preveda demolizioni, ampliamenti, ricostruzioni che passino per una via preferenziale e che autorizzino le Regioni ad adottare misure urgenti per far fronte a tali modifiche. Tale piano che ha visto l’accoglimento da parte della popolazione con circa 22 mila domande, s’è reso necessario perché in molte regioni italiane i termini per ampliare di una stanza l’immobile, per innalzare una facciata e via di seguito, sarebbero già in vista di scadenza. Si pensi che sono già scaduti in Emilia Romagna (il 31 dicembre scorso) e in Lombardia (il 15 aprile). E, salvo proroghe in extremis, sono ormai in chiusura anche Sardegna, Veneto, Basilicata e Toscana. Ma tale piano casa bis presenta delle particolarità rispetto al passato, ovvero, si vuol lasciare alle regioni maggiore autonomia, in deroga ai piani regolatori e laddove la regione “latiti” il proprietario potrebbe appellarsi alla legge statale e ottenere comunque il via libera all’ampliamento. Altrettanto forte è l’altra semplificazione dell’edilizia allo studio: il permesso di costruire rilasciato grazie al semplice silenzio assenso. E non solo in via straordinaria per il piano casa. Oggi il silenzio assenso è ammesso solo per gli interventi minori (manutenzione straordinaria, ad esempio). Altra particolarità prevista dal nuovo piano casa considera la possibilità per il proprietario di presentare la domanda di autorizzazione per operare la ristrutturazione e attendere la risposta del Comune che, qualora non giunga entro un determinato lasso temporale, autorizzerà il proprietario a dar inizio ai lavori, senza un’effettiva verifica della compatibilità ambientale e paesaggistica. Ora il Governo deve cominciare a cercare il consenso politico e il supporto delle Regioni, che sull’edilizia hanno una competenza concorrente. Operazione non facile: già due anni fa l’avvio del piano casa fu il frutto di una lunga e difficile trattativa con i governatori. Fonte: ilsole24ore
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