Pizza: occhio ai contenitori, potrebbero contaminarla

Pizza in box

Pizza in box

Come si fa a resistere alla pizza, la voglia di mangiarla coglie alla sola vista, se poi gli ingredienti che la costituiscono sono di qualità, soprattutto olio, mozzarella e pomodoro, tutto è più che sufficiente per sgranocchiarla in allegria, meglio ancora con amici con i quali condividere l’allegro momento conviviale. Eppure anche nella pizza si nasconde qualcosa che non avremmo mai voluto immaginare di trovare e parliamo della pizza d’asporto. Infatti, proprio le scatole utilizzate per trasportarla a volte nascondono un’insidia sicuramente pericolosa per la nostra salute. La notizia partì mesi fa dalla trasmissione televisiva Report in onda su Rai Tre e il Fatto Alimentare, il guaio è che le risposte che entrambe le Testate giornalistiche si aspettavano tardano ad arrivare col risultato che ancora non sappiamo se tutti i cartoni utilizzati per il trasporto delle pizze presso il domicilio del cliente in qualsiasi parte d’Italia si trovi, costituiti da carta riciclata e dunque cellulosa anch’essa riciclata fa parte della costituzione del materiale col risultato che insieme alla pizza potremmo ingurgitare piombo oltre ad un mix di sostanze velenose per l’organismo. Eppure le Leggi per evitare tutto ciò esistono. In Italia, pure considerata rigida dall’ Unione Europea per le norme vigenti, vieta, nella maniera più assoluta che la cellulosa riciclata venga impiegata in contenitori che trasportino vivande umide, proprio per evitare che in esse si disciolgano sostanze quali piombo, ftalati e quant’altro. Tali contenitori non possono essere utilizzati anche quando la merce trasportata al loro interno abbia una temperatura superiore ai 60 gradi C. La stessa legge prevede che all’interno della scatola non vi siano scritte che col calore rilasciano sia pure piccole particelle di inchiostro che si mescolerebbero al cibo. In Francia, Germania e altri paesi europei (tranne la Finlandia che ha regole simili alle nostre), le leggi sono più permissive e i contenitori possono avere uno, due e anche tre strati di cartone riciclato, anche se per quello a contatto con la pizza la presenza o la migrazione di alcune sostanze deve rientrare entro certi limiti. Ma come facciamo a regolarci? Semplice, basterà guardare sul cartone se esiste il nome del produttore con relativo codice e lotto di tracciabilità. Occhio ai simboli dunque Se troviamo forchetta e bicchiere stampigliati nel cartone significa che l’involucro è adatto a trasportare alimenti umidi ed ad elevate temperatura. Se accanto a questo simbolo appare una lista che indica le tipologie di alimenti (codificate dal decreto con un numero oppure dalla scritta “solo per alimenti secchi”) come pure eventuali limitazioni delle condizioni d’uso. “Forse per questo motivo nella lista settimanale dei prodotti che il Ministero della salute segnala al sistema di allerta europeo non si trovano mai cartoni per pizza che cedono piombo, ma solo pentole, stoviglie e utensili da cucina cinesi che cedono cromo e altri metalli pesanti” denuncia ilfattoalimentare.it. Giuliano Sei il Visitatore N. contatori
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