Veleni: nel Lazio dai rubinetti fuoriesce arsenico

Esposizioni croniche a livelli elevati di arsenico portano a un’incidenza maggiore di una lunga serie di patologie, che vanno dai tumori alle malattie ischemiche del cuore, dall’ictus alle malattie dell’apparato respiratoria e all’ipertensione arteriosa. Che l’arsenico faccia male è denunciato da tempo, ma gli ultimi dati descritti nello studio “Valutazione epidemiologica degli effetti sulla salute in relazione alla contaminazione da Arsenico nelle acque potabili nelle popolazioni residenti nei comuni del Lazio” sono allarmanti. L’indagine è recente ed è stata realizzata dal Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario Regionale della Regione Lazio.Questo ha valutato gli effetti sulla salute delle popolazioni residenti nei 91 comuni del Lazio sottoposti negli ultimi 10 anni a regime di deroga per i livelli di arsenico, sostanza tossica e cancerogena, nelle acque destinate a consumo umano.[banner type="default" align="alignright" corners="rc:0"] La storia delle deroghe è complessa e va avanti da anni. Basti pensare che bevono “acqua in deroga” – non solo per arsenico, ma anche per boro e fluoruri presenti in concentrazioni superiori ai limiti di legge – poco meno di un milione di persone in tutta Italia, in 112 comuni che hanno ottenuto nuove deroghe per i parametri dell’acqua potabile, concentrati nel Lazio e in Toscana (dati Cittadinanzattiva e Legambiente). Il nuovo studio si concentra sui comuni del Lazio: quelli a maggior rischio sono nelle province di Viterbo e di Latina. L’indagine è stata presentata nei giorni scorsi presso la sede dell’Ordine dei Medici – Chirurghi ed Odontoiatri a Viterbo e illustrata dalla dottoressa[banner network="altervista" size="300X250" corners="rc:0"] l'articolo continua qui
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