Ticket sanitari: che botta per gli italiani!

E' giusto che la nuova manovra finanziaria si abbatta come una mannaia sulle fasce più deboli della popolazione che, proprio per effetto di questi tagli, andrà a pagare nuovi ticket sanitari? Se lo chiede con preoccupazione l'Unione Nazionale Consumatori che afferma come sia «ingiusto che si colpiscano ancora i nuovi poveri, categoria nella quale ricadono famiglie e precari, gli anziani e i pensionati». Oltretutto parliamo di ticket pesanti, che per le prestazioni specialistiche gravano sulle tasche della gente per 10 euro e per 25 euro per le prestazioni al Pronto Soccorso contrassegnate dai codici bianchi, oltre ad un ticket sui farmaci da applicarsi entro il 2014, "Assistiamo ad una continua manifestazione di propositi - sostiene Manlio Cardella, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori -ma non vi è nessun decreto che pone a carico della Regione e non dei cittadini il costo dell'aumento dei ticket sanitari". La responsabile del Dipartimento Politiche e della Famiglia dell'Unione Nazionale Consumatori Sicilia, Annalisa Carrino, si associa alle parole del Presidente sostenendo che, "non ritiene più sostenibili i privilegi e i vitalizi della politica acquisiti ad esempio anche con un solo giorno di mandato e mantenuti vita natural durante... Bisogna perseguire gli evasori fiscali ! Ma bisogna perseguire con le stesse regole anche chi mal gestisce dilapidando il denaro pubblico e truffando ai danni dello stato.Non è accettabile, - continua Carrino, - che invece di abbassare le tasse per le famiglie e i pensionati che stanno sostenendo il vero peso delle responsabilità altrui li si colpisca su tutti i fronti penalizzandoli ancora di più". "L'Unione Nazionale Consumatori - conclude Manlio Cardella, - si schiera a fianco di quelle forze sociali che vogliono cocretamente e con fermezza che il Governo della Regione emani provvedimenti chiari ed inequivocabili a tutela degli interessi delle fasce più deboli, degli anziani, dei pensionati delle famiglie con un solo reddito e i precari".
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