Vini e superalcolici al primo posto, seguiti da carne fresca e formaggi. Per il fashion
giubbotti in pelle, calzature ed accessori moda, mentre per l’Health&Beauty i prodotti per il trucco, le creme per il viso e le lamette. Infine gli
I-Phone, smartphone e videogames.
Sono questi i prodotti globalmente più rubati come emerge dall’edizione 2014 del Barometro Mondiale dei
Furti nel Retail, promosso da un fondo indipendente di Checkpoint Systems, Inc. (NYSE: CKP) e condotto da The Smart Cube, in collaborazione con Ernie Deyle, analista della prevenzione delle perdite nel Retail, rivela che il costo delle differenze inventariali è stato di oltre 96 miliardi di euro a livello globale. Queste perdite, che includono i furti ad opera dei Clienti, della criminalità organizzata, dei dipendenti, le frodi dei fornitori e gli errori amministrativi, hanno rappresentato, in media, una percentuale pari all’1,29% delle vendite Retail.
Quasi il 65 % dei taccheggiatori ha un’età compresa tra i 18 e 45 anni a livello mondo, mentre in Italia la fascia si concentra tra i 30 e 45 anni. Infine, evidenzia che i furti da parte dei clienti sono effettuati soprattutto nei negozi specializzati in prodotti di bellezza ed alimentari, principalmente superstore e discount, mentre quelli ad opera dei dipendenti si verificano soprattutto nei negozi di elettronica e di articoli sportivi.
In Italia le differenze inventariali sono in diminuzione rispetto all’anno scorso, attestandosi all’1,09% delle vendite, per un valore pari a 3,1 miliardi di euro di perdite annue per gli esercenti ed una maggiore spesa, di circa 94 euro a persona. In specifico, lo studio evidenzia come nel nostro Paese oltre il 75 % delle differenze inventariali siano da attribuirsi ai furti, compiuti dai clienti per un 53,4% e dai dipendenti per il 22%. Seguono gli errori amministrativi (16,3%) e le frodi da parte dei fornitori (8,3%).
Articolo redatto da Help Consumatori
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Tags: centri commerciali, furti, retail
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on lunedì, agosto 17th, 2015 at 17:57 and is filed under Attualità, Primo piano, Pubblica utilità.
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