Corte di Cassazione: inasprimento delle pene per la pirateria stradale

Finalmente si sveglia dal letargo la giustizia e prende in esame uno dei reati più odiosi che si possono commettere come sono quelli della pirateria sulla strada. Ciò da quando la Corte di Cassazione si è espressa in tal senso. La Suprema Corte infatti, con Sentenza n. 10411/2011, ha affermato che l’omicidio commesso con precise connotazioni alla guida di un mezzo può ritenersi volontario e non più colposo come si fa adesso. Tutto prende spunto da un fatto avvenuto nel mese di luglio del 2008 quando un moldavo, alla guida per le vie della capitale di un furgone rubato, nel tentativo di sfuggire ad un controllo della stradale, aveva travolto una citroen con a bordo tre ragazzi, uccidendone uno e ferendone gli altri due. L’uomo era stato condannato alla pena di anni 8 e mesi 8 di reclusione in parziale riforma della condanna di primo grado, dalla Corte di Appello di Roma, per omicidio colposo aggravato dalla possibilità di prevedere l’evento. Secondo la Corte di Cassazione invece il delitto deve intendersi più grave e per questo i giudici si sono attivati al fine di un inasprimento della pena. Infatti, secondo la Corte di Cassazione, l’imputato non poteva non prevedere l’azione della sua condotta soprattutto dopo aver tagliato diversi incroci, malgrado il semaforo rosso, tra Via Nomentana e Via Regina Margherita; la velocità del furgone, del peso di circa 2 tonnellate, variava da 100 Km orari a 160 Km orari in piena estate; sull’asfalto, nel punto in cui era avvenuto l’incidente, non era stato rinvenuto alcun segno di frenata o tentativo di deviazione. Oltretutto, il pregiudicato, che non aveva assunto né alcol né sostanze stupefacenti, non poteva non aver chiaro il fatto che guidando in modo tanto spericolato di lì a poco avrebbe col suo furgone del peso di 2.000 chilogrammi, provocato un grave incidente, cosa che poi è di fatti avvenuta. Tale storica Pronuncia, oltretutto, ha ricadute anche in ambito civilistico, in quanto legittimante risarcimenti maggiori rispetto a quelli riconosciuti per la formula meno grave di omicidio colposo. Giuliano Marchese
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