Si potrebbe mai parlare di
Natale senza in tavola un
panettone, un
pandoro, o lo stesso
torrone? E dunque, scordiamoci i problemi di linea e tuffiamoci a capofitto su questi dolci tipici delle feste, con una raccomandazione che ci proviene dagli esperti. Da una parte non abusare, dall’altra scegliere solo i prodotti migliori.
Migliori sicuramente, ma cosa mai può fare il consumatore per capire se un prodotto è buono prima ancora di averlo gustato? Può fare eccome, può, ad esempio, tenere d’occhio l'articolo guardando le etichette che il produttore è obbligato ad esporre chiaramente nella confezione, soprattutto alla luce della
Direttiva voluta dal Ministero dello Sviluppo Economico che recepisce un apposito
Decreto del 2005 che ha messo al contempo ordine alla materia.
Dunque, occhio alle informazioni fornite dall’industria dolciaria o dalle imprese artigianali che producono panettoni, pandori e torrone e, dunque, per prima cosa, occhio ai
grassi idrogenati, visto che i dolci natalizi non possono contenerne, l’ingrediente che invece tali prodotti devono detenere è il
burro, sicuramente più costoso ma indispensabile per realizzare un buon dolce del genere. Altri importanti costituenti dei dolci di Natale sono rappresentati dal
latte, dal miele, dal malto e dal burro di cacao.
Ritornando al burro questo deve essere compreso in una percentuale intorno al 20%, per quanto concerne il pandoro, nel panettone la quantità può scendere al 16%. Le
uova impiegate devono essere fresche e, dunque, di
categoria A.
Importante è anche il fatto che tali prescrizioni devono valere per i prodotti italiani. Insomma, non si possono spacciare tali dolciumi per italiani se fabbricati all’estero con caratteristiche diverse da quelle prescritte dalla
Legge.
Occorre anche ricordare che i dolci natalizi non possono contenere
olio di cocco o di palma, ovvero i cosiddetti
oli tropicali. I produttori che li usano non possono spacciare il dolce col nome tipico di queste leccornie natalizie. Gli oli tropicali che furbamente alcuni produttori inseriscono in etichetta come sono gli
oli e grassi vegetali, costano meno alle aziende produttrici ma non fanno bene alla nostra salute, anzi, diciamo che fanno
davvero male al nostro sistema cardiovascolare.
Altra raccomandazione riguarda il
lievito. Diffidiamo di quei dolci preparati con agenti lievitanti che fanno venir meno al dolce la denominazione di panettone. Il lievito deve essere naturale che non solo rende migliore il prodotto ma ne consente una conservazione più accurata. Altra cosa pure importante. Diffidare di quei produttori che non dichiarano i coloranti ammessi nel dolciume. Chi omette di dichiarare il
colorante utilizzato ha i suoi motivi che sono sempre contrastanti coi nostri nel ruolo che abbiamo di consumatori, visto che basta un solo colorante per rendere più bello a vedersi un prodotto senza che questo detenga quelle caratteristiche di genuinità che solo ingredienti validi possono conferire.
Per quanto riguarda la consistenza, da ricordare che ciò dipende anche dai tempi di cottura del dolce. Chi l’ha fabbricato, se ha sbagliato in toto i tempi di cottura ci conferirà un prodotto non gustoso come ci si aspettava. Infatti, un panettone “crudo” diventa gommoso e sgradevole al palato spesso soltanto per tale ragione. Un panettone troppo cotto si presenterà troppo scuro e amaro al gusto. Come al solito la via migliore è quella di mezzo, la stessa che conferirà al prodotto un buon sapore e quel retrogusto appena accennato del burro utilizzato.
Attenti al torrone
Chiudiamo la trattazione col
torrone, un altro dolce entrato di diritto nelle nostre case alla stregua di panettoni e pandori. Tale dolciume se venduto come “duro” deve risultare friabile e croccante. Se vi spacciano un torrone gommoso ed eccessivamente morbido spacciandolo per “duro” non è buono. Altro limite di questo prodotto è quello dato dal fatto che dovrà presentarsi senza
additivi, né
aromi chimici. Molto meglio un torrone dove prevalga il
miele al posto dello
zucchero di glucosio e che per prepararlo si sia impiegata della
frutta secca in ragione del 50% del totale del peso complessivo del prodotto confezionato.
Importante anche il colore, meglio un tenue colore avorio che uno sgargiante e più appariscente, a meno che non si tratti di un torrone preparato secondo un gusto particolare, ad esempio al limone, all’arancia e via si seguito, come evidenziato nella confezione. Diffidare inoltre di quei torroni che hanno scadenze bibliche! Il torrone se è buono deve avere
scadenze a breve.
Adesso un’ultima precauzione. Dando per scontato che il prodotto, sia esso un pandoro, un panettone o un torrone, sia genuino, non esagerare con le dosi ed evitare di chiudere un pasto natalizio abbondante con quantità smodate di questi dolciumi. Il contenuto calorico è davvero molto rilevante e di questo bisognerà tenerne conto.
Fonte:
Unione Nazionale Consumatori
Giuliano Marchese
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Tags: pandoro, panettone, torrone
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on giovedì, dicembre 23rd, 2010 at 15:32 and is filed under Attualità, Difesa consumatori.
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