Alluvione di Genova: il prezzo della politica dissennata

Cosa si prova a vedere e rivedere le immagini, per lo più amatoriali, che individuano, attimo dopo attimo, l’immane tragedia di Genova? Sicuramente dolore, orrore, disperazione, raccapriccio e si potrebbe continuare per ore e dopo aver sciorinato sostantivi ed aggettivi per dare un significato a quelle immagini, si potrebbe concludere gridando la parola “schifo”…. quella che ti fuoriesce da dentro, quella che ti verrebbe voglia di urlare e se non lo fai è solo per rispettare quei morti, quegli sfollati, quei disperati che, da quello schifo adesso in qualche modo dovranno cercare di venire fuori!   Ma perchè schifo? Perché fa schifo dover ascoltare i discorsi di un sindaco che denuncia come l'unico modo per evitare di mandare al macello i suoi concittadini era reperire 300 milioni di euro e siccome non si son reperiti…..    Insomma, la vita umana, la sicurezza del territorio da adesso in poi, si preferirà sacrificarla sull’altare del vile denaro.   E allora genovesi, liguri, arrangiatevi, soldi non ce ne stanno, né per voi né per tutti gli altri italiani che corrono rischi analoghi ai vostri e se arriva un altro cataclisma.... arrangiatevi e arrangiamoci! Eppure i soldi ci sono, se la cecità di chi ci ha governati prima e di chi ha continuato dopo, non avesse raggiunto l’irreversibilità assoluta degna di una pensione di invalidità!   Ma prima di parlare di quel vile denaro in assenza del quale non solo i genovesi, ma prima o poi tutti gli italiani, dovranno soccombere travolti da fiumi in piena, frane e distese di fango, occorre fare una premessa a proposito delle dichiarazioni a dir poco farneticanti del sindaco di Genova, quando, verrebbe da dire, venuta giù dalla piena, ha dichiarato quasi singhiozzante alle telecamere di mezza Italia, che ciò che è avvenuto a Genova era imprevedibile ed inatteso.   Imprevedibile e inatteso? Ma la sindachessa dove stava quando Fausto Guzzetti, direttore dell’Istituto di Protezione idrogeologica del CNR ricordava, insieme a tantissimi altri studiosi del clima e del territorio italiano, che proprio Genova è sempre sotto l’occhio del ciclone in fatto di fenomeni temporaleschi di entità elevatissima e che la stessa cosa accade alla Liguria che in cinquant’anni ha subito per ben 27 volte una frana catastrofica o un’inondazione, come dire una calamità naturale di portata elevatissima una volta ogni due anni e se poi parliamo del capoluogo ligure, quest’ultimo ha subito più eventi naturali avversi di quanto ne abbiano subito altre città, basta guardare la storia per rendersene conto, col risultato che a Genova si sono registrate cinque frane e sei inondazioni, leggi 78 morti. Altro che eventi imprevedibili e inattesi.   Certo nessuno vuole adesso considerare il sindaco di Genova responsabile in toto di tutto quanto accaduto, basti pensare che Genova rappresenta una parte del problema ormai esteso a tutta l’Italia per quanto concerne il dissesto idrogeologico. Semmai il primo cittadino della città ligure ci offre purtroppo l’occasione per assistere impotenti a tali disastri che si sono avvicendati nel nostro Paese cui la politica non è riuscita a rimediare in alcun modo, anzi, è riuscita persino a peggiorare la situazione.   Perché se è giusto scagliarsi contro l’abusivismo edilizio più volte condonato, contro l’abbandono delle campagne, contro la scarsa manutenzione del territorio montano, è altrettanto giusto inorridire di fronte a quelle vere e proprie montagne di denaro elargite a pioggia, non per mettere in sicurezza Genova, la Liguria e tutte le altre regioni italiane che rischiano il disastro, la Calabria ha ad esempio il 90% di comuni a rischio frane e smottamenti, solo per citare una regione, ma per finanziare l’eolico, una scelta questa che ci viene da quella parte politica che ha governato l’Italia prima del 2008, quando si scelse di destinare qualcosa come 70 miliardi di euro per finanziare pale eoliche e impianti fotovoltaici.   Una scelta dissennata che ha intanto deturpato il territorio se si pensa al fastidio e all’obbrobrio rappresentato da quelle orride pale che sovrastano campi e promontori e che inoltre non servono pressocchè a nulla. I loro impianti sono solo una devastazione del paesaggio, come più volte, hanno tuonato il professor Vittorio Sgarbi e l’ex ministro dell’Ambiente Carlo Ripa di Meana, peraltro Sgarbi ha giustamente ricordato come nella Puglia di Vendola si siano abbattuti centinaia di alberi di ulivo secolari per far posto all’eolico con tutti i disastri che questa scelta prima o poi arrecherà!   Il risultato è che dal 2007 fino ad oggi sono stati istallati dieci giga watt fotovoltaici che son costati al nostro Paese, come detto, qualcosa come 70 miliardi di euro il costo di 25 reattori nucleari ma con una resa energetica pari a circa la metà di un singolo reattore e quando si è visto che dopo aver fatto fondo a tutte le risorse così incoscientemente sciupate e distratte dalle vere opere di cui Genova e quasi tutti gli altri comuni italiani hanno urgentemente bisogno, pensiamo ad esempio, alle dighe, alle opere che controllino e ingabbino il flusso delle acque, cosa si risponde ai genovesi?   Non ci sono soldi, dunque, arrangiatevi o affogate!    
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