Caffè: smetteremo di berlo!

  Come se non bastasse già il carovita che ha fatto schizzare in sù il carrello della spesa. Da mercoledì prossimo potrebbe esserci un altro nemico per le nostre tasche: la famosa tazzina di caffè che, in alcuni bar, potrebbe costare 1,20 euro. L’allarme si diffonde dalle pagine del Corriere della Sera, dove si legge che la Confesercenti di Piacenza avrebbe suggerito ai suoi associati di aumentare nei bar il costo della tazzina di caffè. E il Codacons parte subito all’attacco annunciando un esposto all’Antitrust e alla Procura di Roma.[banner type="default" align="alignleft" border="FFFFFF" corners="rc:0"] “La legge, infatti, vieta le intese, gli accordi, le pratiche, nonché le deliberazioni di consorzi, di associazioni di imprese ed organismi simili che restringano il gioco della concorrenza, ad esempio fissando direttamente o indirettamente il prezzo di vendita di un prodotto”. [banner network="altervista" size="300X250" align="alignright" corners="rc:0"]Chiaramente il rischio più temuto è quello di un effetto a catena: dopo la Confesercenti di Piacenza anche altre organizzazioni di categoria o altre città potrebbero accogliere questa proposta, favorendo così cartelli ed intese anticoncorrenziali anche nel resto del Paese. Il Codacons spiega che “un aumento della tazzina da caffè sarebbe assolutamente ingiustificato e rappresenterebbe un enorme danno per i consumatori, considerato il momento di crisi attuale e l’elevato consumo di caffè espresso da parte degli italiani”. L’associazione ricorda infatti che ogni anno, in Italia, vengano consumate 3,4 miliardi di tazzine di caffè. “Un incremento dei listini di 0,20 euro comporterebbe una maggiore spesa annua per i cittadini pari a 680 milioni di euro”. Ufficio Stampa Help Consumatori
Be Sociable, Share!

Tags: ,