Crisi economica: volgerà al desio, ma si continua a fallire

 

La crisi economica starà anche esaurendosi, se è vero quanto dichiarano gli analisti del settore, di certo però c’è che quest’anno sono state ben 6.400 le aziende che hanno dichiarato fallimento in Italia e non solo…. 44 aziende su cento fra quelle che hanno chiuso, nel primo semestre aveva meno di due milioni di attivo.

 

Ma c’è dell’altro e se possibile ancora più inquietante. Ovvero, a fronte di aziende medio-piccole che sono riuscite in qualche modo a sopravvivere, ci sono realtà aziendali grandi che non ce l’han proprio fatta a resistere, visto che quelle imprese con un attivo compreso fra 10 e 50 milioni di euro sono fallite in una percentuale che ha superato il 25%.

 

Secondo l’Osservatorio Crisi d’Impresa Cerved Group,

nei primi sei mesi del i casi di default siano cresciuti in misura maggiore nel Centro-Sud (registrando un aumento dell'11,1%) rispetto al resto del Paese (+10,3% nel Nord Ovest e +8,7% nel Nord Est). Incrementi maggiori si sono fatti osservati in Molise (+93%), nel Lazio (+32%), in Puglia (+23%), in Sardegna (+18%) e in Campania (+17%).

 

Nel Nord Est d’Italia la ripresa economica sembra stia avvenendo più velocemente e delle regioni di quest’area geografica, il Veneto ha tassi di chiusura assestatisi vicino all’8,7% . Il calo registrato nella regione del Nord è infatti del -1,5%.

 

“Una razionalizzazione è in atto – afferma Piero Luzzati, direttore generale di Confetra – ma spesso le aziende vengono assorbite da realtà di maggiori dimensioni oppure si riorganizzano all'interno di consorzi: il settore dei trasporti nel complesso tiene”. “I servizi –prosegue Gianandrea De Bernardis, ad di Cerved – sono meno esposti all'export e hanno minore utilizzo di capitale. Anche per questi motivi avevano resistito meglio della manifattura tra 2009 e 2010, ora però stanno pagando l'onda lunga della crisi”.

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