Crisi: paura totale!

crisi-economica Crisi, Confcommercio: fiducia ai minimi storici, paura per il futuro Famiglie italiane al capolinea? Sembra proprio di sì: fiducia ai minimi storici; incertezza, pessimismo e paura per il futuro sono oggi i sentimenti prevalenti. Ben 11 milioni di famiglie non è in grado di mantenere il proprio tenore di vita, il 28% di esse non riesce a rispettare le scadenze dei pagamenti. E’ il quadro drammatico che emerge dall’Outlook sull’Italia, presentato oggi a Roma da Confcommercio e Censis. In questi primi mesi del 2013, i consumi pro-capite sono tornati ai livelli di metà Anni ’90 e sono in caduta libera ormai da 4 anni. E poi c’è la crisi profonda del mercato del lavoro che diventa la prima chiave di lettura di questa fase del ciclo economico. Gli italiani non spendono perché si è ridotto in modo netto e repentino il loro reddito disponibile e, tra chi perde il lavoro, chi è già disoccupato e chi, come le giovani generazioni, non riesce a trovarlo, le preoccupazioni per il futuro non si placano. Si è erosa la capacità di risparmio della maggior parte delle famiglie; molte sono orami a corto di risorse da destinare ai consumi. In più di un milione di famiglie uno dei componenti lavora in questo momento senza contratto e per 675.000 famiglie uno dei componenti lavora con contratto irregolare. Quasi il 30% dei lavoratori dipendenti dichiara di avere registrato negli ultimi sei mesi una riduzione nel proprio reddito da lavoro, mentre solo per il 4% il reddito è cresciuto.[banner type="default" corners="rc:0"] Molto diffuse, inoltre, situazioni di lavoratori in Cassa integrazione guadagni o licenziati. Oltre 11 milioni di famiglie temono di non riuscire a mantenere l’attuale tenore di vita e per 14 milioni e mezzo di famiglie risparmiare è divenuto molto più difficile tanto da mettere in dubbio la possibilità di migliorare o di mantenere l’attuale tenore di vita. Più di 13 milioni di famiglie avrebbero qualche difficoltà economica ad affrontare in questo momento spese improvvise piuttosto consistenti (es.: spese mediche, riparazioni di autovettura), così come circa il 28% dei nuclei familiari mostra difficoltà sia a rispettare scadenze di pagamento, inclusi tasse e tributi. Il mercato del lavoro, sostanzialmente fermo, genera paure diffuse, tanto che tra gli occupati: il 25% teme di poter perdere nei prossimi sei/sette mesi il proprio lavoro; per il 27% vi potrebbe essere una riduzione dello stipendio per il prolungarsi della recessione. Il “modello delle tre R” ovvero rinuncia-rinvia-risparmia, per gran parte degli italiani prosegue nel 2013, dopo essere divenuto evidente con l’inasprirsi della crisi nel 2012. In particolare per i primi sei mesi dell’anno le famiglie che prevedono di effettuare una spesa consistente per voci come la ristrutturazione della casa, o l’acquisto di un elettrodomestico, o di mobili o di un mezzo di locomozione risultano ai minimi rispetto a quanto rilevato nei quattro anni precedenti nell’ambito dell’Outlook Confcommercio-Censis. Cresce, viceversa la percentuale di famiglie che per il momento rinvia questo tipo di spese. Rispetto ad un anno fa (marzo 2012) aumenta la percentuale di famiglie che dichiara di non essere riuscita a coprire totalmente con le proprie entrate mensili le spese correnti; si passa dall’11% al 17% del campione, che ricorre, così, sempre più frequentemente ad utilizzare i risparmi in banca, a piccoli prestiti e, non ultimo, a rinviare i pagamenti procrastinabili. In questo contesto il clima di fiducia risulta deteriorarsi ulteriormente rispetto alle rilevazioni precedenti. Nei primi mesi del 2013 la quota di pessimisti risulta maggiore degli ottimisti, rispettivamente il 37,5% del campione ed il 31,7%, ma soprattutto riguadagna terreno il senso di incertezza passato dal 16% rilevato a settembre 2012 all’attuale 30,8%. Il presidente della Confcommercio, Carlo Sangalli, chiede al Governo di “cestinare l’aumento dell’iva previsto per luglio e procedere all’immediata progressiva riduzione delle tasse per le famiglie e per il lavoro”, dando così una spinta ai consumi interni che valgono l’80% del pil.[banner network="altervista" size="300X250" corners="rc:0"] Agenzia Help Consumatori
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