Lavoro: in Italia c’è di che vergognarsi, a partire dagli over 35

bamboccioni   Davanti a queste notizie dovremmo inorridire, eppure, se ascoltiamo i politici, sempre gli stessi che si sono insediati da recente al Governo della Repubblica, con il loro blaterare, con i loro discorsi tranquillizzanti, con il loro adoperarsi per il bene del Paese, ovviamente a modo loro, abbiamo l’impressione che dalla crisi stiamo uscendo ed invece, udite, udite, in Italia quasi tre 40enni su cento vive ancora a casa dei genitori e da questi riceve la paghetta per sostenersi. Scandaloso, ributtante, ripugnante vivere in una Nazione che è in queste condizioni, risiedere in una Nazione asservita ai diktat del Governo tedesco dal quale riceviamo ordini e siamo vergognosamente sudditi. Il rapporto voluto da Coldiretti insieme a SWG, un Istituto di Sondaggi, tendeva a stigmatizzare il gravissimo problema, tutto italiano, che è poi da una parte la risultante di politiche strampalate volte alla ripresa dell’occupazione e dell’economia in generale, oltre che la stessa conseguenza finale della crisi stessa, perché una nazione con un tasso così elevato di disoccupati, ben oltre il 30%, non va da nessuna parte, va a rotoli fino schiantarsi.[banner type="default" corners="rc:0"] Certo, l’idea che un terzo degli over 35 stia a casa dei genitori a farsi mantenere è incredibile, ma si attaglia bene all’altro dato secondo il quale quasi 30 occupati su cento non riesce a sbarcare il lunario e deve “appoggiarsi” ancora una volta sui genitori per sostenersi. Ed è del tutto comprensibile che questi giovani non escono da casa e non certo per scelta loro, tutt’altro, ma solo perché per i fortunati che in Italia ancora lavorano, si assiste a paghe miserabili, soprattutto quando oprerano in nero, rispetto al costo della vita, soprattutto nelle grandi  città. Secondo Sergio Marini, presidente di Coldiretti, "la famiglia è diventata una rete di protezione sociale determinante che opera come fornitore di servizi e tutele per i membri che ne hanno bisogno. L'analisi evidenzia un forte spirito di sacrificio delle giovani generazioni che li porta addirittura a rinunciare a diritti del lavoro fondamentali"[banner network="altervista" size="300X250" corners="rc:0"]    
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