Società: come cambiano gli italiani

Oggi l’Italia è un Paese di anziani e longevi (la speranza di vita migliora sia per gli uomini che per le donne, attestandosi rispettivamente a 79,4 anni e 84,5). Ma è anche un Paese in cui ci si sposa di meno e si fanno meno figli. Il numero di matrimonio scende per il quarto anno consecutivo (nel 2011 se ne sono celebrati 208.702, quasi 9000 in meno del 2010); ma a calare è soprattutto il rito religioso che cede spazio a quello civile: quest’ultimo nel 2011 è aumentato di 4.000 celebrazioni, toccando quota 83.000. Oggi l’Istat ha pubblicato il suo annuario statistico del 2012 e, se prendessimo in considerazione i titoli dei singoli capitoli del volume, avremmo una fotografia dettagliata del nostro Paese. Dall’ambiente alla popolazione, dalla sanità alla giustizia passando per l’istruzione e il lavoro, l’Istituto nazionale di statistica ci fornisce i dati sui cambiamenti della società. Siamo quindi una società dove il matrimonio religioso continua ad essere la scelta più diffusa tra le coppie (60,2%) soprattutto al Sud, mentre al Nord la percentuale scende al 48,8%, soprassata dalla scelta del rito civile.[banner type="default" corners="rc:0"] Nel 2011 il numero medio di figli per donna si è attestato a 1,42, ma al Nord si è registrato il valore più alto di 1,48. L’Italia è al decimo posto nella classifica dei 27 Paesi UE per quanto riguarda la bassa fecondità; i primi in classifica sono Portogallo (1,36 figli per donna), Spagna (1,38) e Germania (1,39). Le italiane diventano madri sempre più tardi: 31,3 anni è l’età media al parto in Italia, il valore più alto fra i paesi europei, al pari con Liechtenstein e Svizzera; seguono Irlanda e Regno Unito (31,2).[banner network="altervista" size="300X250" corners="rc:0"] Buona la percezione del nostro stato di salute: nel 2012, il 71,1% della popolazione ha fornito un giudizio positivo del proprio stato di salute; la percentuale è più alta fra gli uomini (75,3%) che fra le donne (67,1%). Le malattie croniche più diffuse sono l’artrosi/artrite (16,7%), l’ipertensione... continua qui
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