Crisi: ecco perchè ci si suicida

  Quanto ci stressa la crisi? I tentativi di suicidio dei giorni scorsi (prima l’artigiano di Bologna sommerso dai debiti che si dà fuoco di fronte l’Agenzia delle Entrate e, il giorno dopo, l’operaio di Verona che emula il gesto perché non riceve lo stipendio da mesi), hanno attratto l’attenzione dell’opinione pubblica sul profondo disagio che l’intera società sta vivendo. I due casi limite di chi vede nel suicido l’unica via di fuga sono le due facce crudeli di questo periodo di recessione: non più solo le famiglie che faticano ad arrivare alla fine del mese, ma anche i piccoli imprenditori che, alle difficoltà comuni a tutti, aggiungono la responsabilità di portare avanti un’azienda e chi ci lavora. [banner network="altervista" size="300X250" corners="rc:0"] Si genera così un vero e proprio disagio psicologico che non va sottovalutato: per questo motivo la nostra associazione ha stabilito una collaborazione con Eurodap (Associazione europea per gli attacchi di panico www.eurodap.it) nella convinzione della necessità del supporto degli esperti per evitare di cadere nella patologia. Ma a parte i casi più gravi, sono in molti coloro che devono attuare un ripensamento delle priorità con il consequenziale cambiamento dei modi di fare acquisti, causa di un vera e propria destabilizzazione. Ciò che si evince dalle segnalazioni che ogni giorno giungono ai nostri sportelli, è che fino a qualche tempo fa la crisi era vista come un fenomeno passeggero, anche perché gli italiani stavano dando fondo ai loro risparmi; oggi, invece si è accesa la spia della riserva e i consumatori hanno iniziato a preoccuparsi e di conseguenza a modificare le loro abitudini. Chi ci scrive si indigna per i continui rincari (i carburanti, le bollette, l’assicurazione) e contemporaneamente ci chiede come risparmiare. Uno degli effetti, rischioso per certi versi, di questa situazione è proprio la mistificazione del prezzo: dovrebbe essere ben chiaro, invece, che quando si acquista un prodotto non conta solo il suo costo, ma soprattutto la qualità. Diventa difficile, ad esempio, in una logica tutta improntata al risparmio, consigliare i prodotti DOP se abbiamo di fronte qualcuno a cui interessa solo l’alimento che costa di meno; d’altro canto anche alcune mode che stanno prendendo il sopravvento come gli outlet e i gruppi d’acquisto improntate al risparmio, se non utilizzate con moderazione diventano solo il pretesto per spese inutili e che in realtà non dovremmo permetterci! Il paradosso è che, se da una parte la crisi ha reso il consumatore più oculato, dall’altra l’esasperazione del risparmio sta generando un senso di frustrazione che porta all’impoverimento delle nostre esistenze. Ed è un effetto della crisi che non possiamo sottovalutare. [banner type="default" align="aligncenter" corners="rc:0"] Articolo redatto da Unione Nazionale Consumatori
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