Giovani: alcol, telefonino e cannabis le prime necessità!

Giovani_ubriachi

Il dato è spaventoso e terribilmente vero in tutta la sua drammaticità. Su due milioni e 300 mila adolescenti che vivono in Italia di età compresa fra i 14 e i 17 anni, di questi 186.450 sono stranieri, il 92,6% trascorre l'intera giornata a smanettare col telefonino, ben 63,4 su cento fa uso di alcol, cannabis e tabacco, in larga misura conoscono il sexting, termine il cui significato è a molti oscuro ma una rapida ricerca su Wikipedia ce lo chiarisce, visto che con questa parola si intende la possibilità di inviare messaggi di testo o immagini a sfondo sessuale così come l'11,5% gioca d'azzardo on line, dove non esiste alcun serio controllo e, la metà ha subito bullismo o cyberbullismo. Insomma siamo di fronte ad una società malata, gravemente malata, dove i giovani sono i primi gravissimi pazienti in stato semiterminale.

A delineare questo triste spaccato dell'Italia, il Nono Rapporto del Gruppo CRC sul monitoraggio della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia, In occasione del 25° anniversario dalla ratifica della Convenzione ONU. Per il nostro Paese i dati sono impietosi, a partire dalla scuola, dove sulla carta tutti ci vanno  ma in Italia la dispersione scolastica supera il 3%, senza pari nel resto d'Europa e c'è di più, il 2,2% dei giovani entra di diritto nella categoria dei NEET, altro termine inglese quando non si vuole far capire nulla alla gente. La categoria dei NEET (not in education, employment or training) significa far parte di un gruppo di persone giovani che non studiano, non lavorano e non fanno nulla per cercare un'occupazione o frequentare un percorso di formazione.

Inoltre ci contraddistingue un altro bel primato, quello che individua nel 15% il numero di ragazzi di età compresa fra i 18 e i 24 anni che detiene soltanto la licenza media. Ma nel nostro Paese regna un quadro di confusione perenne anche nell'applicazione delle cose semplici se guardiamo all'universo delle politiche dell'adolescenza. Ad esempio si fissa il passaggio dal pediatra al medico di medicina generale in base a dei criteri indicativi che attengono solo al fattore età e a null'altro e se fosse solo questo il problema sarebbe nulla in confronto alla totale cecità delle Istituzioni nei riguardi delle politiche adolescenziali.

Insomma, sarà per disinteresse della politica, sarà per l'attenzione che una classe dirigente a livello nazionale e internazionale ci costringe ad avere, sarà chissà, persino per l'inadeguatezza di noi adulti nei confronti dei più giovani, sarà per una serie infinita di fattori, ma fatto sta che stiamo assistendo ad una vera e propria bailamme del ruolo di giovani e giovanissimi in questa Società, una confusione che ha fatto si che i giovani di oggi sembrano migrare da un pandemonio ad uno stato confusionale ad un altro senza individuare una giusta collocazione e direzione da seguire e che, almeno stando ai dati, finiscono col rifugiarsi nell'alcol, nelle sostanze stupefacenti e nel gioco d'azzardo. E questi dovrebbero essere domani coloro che guideranno la nazione verso il futuro. Un futuro spaventosamente sinistro se non si seguiranno modelli diversi e si proceda ad una vigorosa sterzata in direzione opposta a quella fino adesso applicata.

Giuliano

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