Ci mancavano anche le vicissitudini della
Libia, ai fini dei costi dei carburanti, che hanno comportato aumenti del prezzo di benzina e gasolio alla pompa, ovviamente anche da noi. La riprova? Presto detto.
E’ aumentato il prezzo alla pompa dei
carburanti di Eni, cresciuto di 1 centesimo e mezzo per litro,sia per benzina che per gasolio, ma la stessa cosa ha fatto anche
Esso, Q8, Shell e Total Erg. Certo, stavolta le motivazioni ci sono, si pensi ai 96
dollari al barile del petrolio che incide in maniera decisiva sui costi dei carburanti.
E al solito, ricordando che l’aumento dei
carburanti per un Paese come il nostro che soffre il fatto di avere trasporti solo su gomma, gli aumenti, diretti e indiretti del prezzo dei carburanti peseranno come un macigno sulle famiglie italiane, qualcosa come 210 euro all’anno così ripartiti: 90 euro per i rifornimenti di carburante, 120 euro per costi indiretti, in particolare bollette energetiche e prezzi dei prodotti trasportati.
"Anche in questo caso, entrano in gioco manovre speculative sulle spalle dei consumatori”, spiega Casper, Comitato contro le speculazioni e per il risparmio costituito da
Adoc, Codacons, Movimento Difesa dei Cittadino e Unione Nazionale Consumatori. “Le evidenti tensioni che stanno determinando un rialzo delle quotazioni del petrolio non possono in alcun caso avere ripercussioni così immediate e ingenti sui listini dei carburanti alla pompa, poiché la benzina che viene venduta oggi sulla rete italiana è stata acquistata dalle compagnie petrolifere mesi fa a prezzi decisamente inferiori".
Giuliano Marchese
Tags: Adoc, Associazioni Consumatori, Carburanti, Eni, MDC, Shell
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on mercoledì, febbraio 23rd, 2011 at 12:26 and is filed under Difesa consumatori, Economia e borse, Pubblica utilità.
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