Carburanti: perchè per le feste aumentano sempre?

E’ mai possibile che alla vigilia di qualsiasi festività dell’anno dobbiamo sobbarcarci aumenti indiscriminati dei carburanti? Accade in prossimità dell’esodo estivo e, immancabilmente, la stessa cosa si palesa nelle immediatezza delle vacanze di fine d’anno, a cominciare dal Ponte dell’Immacolata. Un esempio vale per tutti. Quest’anno, in prossimità della festività dell’Immacolata, gli italiani hanno speso, in fatto di carburanti, ben 25 milioni di euro in più rispetto allo scorso anno per l’analoga festività. Una cifra da capogiro, che deve leggersi per ogni italiano alle prese con la pompa della benzina, in tre euro in più per ogni pieno effettuato, il che dovrà ancora leggersi in 96 euro spesi in più in un anno, cui si aggiungono 83 euro, sempre su base annua, se consideriamo i costi indiretti, visto che l’Italia è una lunga penisola transitata giornalmente da mezzi viaggianti su gomma. Non ci stanno le Associazioni dei Consumatori ad assistere del tutto impotenti a questa sorta di andazzo generalizzato da parte delle Compagnie petroliferi. Vero è che sul costo dei carburanti alla pompa gravano i maggiori costi determinati dal fatto che i Paesi esportatori di petrolio hanno diminuito l’offerta incidendo solo per questo fatto sul costo al litro di benzina o altri carburanti, ma non possiamo al contempo non ricordare il fatto che rispetto a due anni fa, quando il petrolio costava 105 dollari al barile e tutto faceva credere che giungesse fino a 150 dollari, rispetto ad oggi che costa tanto meno, non si assiste di conseguenza ad un abbassamento dei prezzi, tutt’altro. Sui carburanti inoltre si verifica un altro fatto, il prezzo cresce sempre, sia quando aumenta la domanda, cosa che appare comprensibile, sia quando cala, cosa del tutto incomprensibile. Per non contare che neanche la differenza di valore dell’euro rispetto al dollaro giustificherebbe tali aumenti. Ne deriva che, intanto che le Associazioni dei Consumatori, Codacons in testa, indirizzino all’Antitrust richiesta di chiarimenti su tale situazione, le stesse organizzazione invitano i consumatori ad usare il Self Service che costa meno rispetto al “servito” delle pompe di benzina, così come ci si aspetterebbe quelle liberalizzazioni cui si vuole dare corso con le istituzioni delle pompe “bianche” che in Italia tardano a giungere come dovrebbero. Ma la causa di tale malcostume che porta i carburanti a prezzi stellari in concomitanza con le festività è da ricercarsi in fattori endemici di cui non riusciamo mai a liberarci. Intanto la benzina, rispetto al resto d’Europa, costa almeno dieci centesimi di più. Inoltre, sul litro alla pompa gravano troppi interessi, a partire dalle aziende petroliferi, continuando con il ricarico per i distributori e, soprattutto passando per l’erario. Dal 1 gennaio 2010, l’Iva per la benzina è aumentata di 2 centesimi al litro e per il gasolio di 2,5 centesimo. Incrementi che portano nelle casse dell’erario 26 milioni di euro al mese e, per il gasolio, 62,5 milioni. Lo Stato percepisce così 88,5 milioni di euro ogni mese, pari a un miliardo e 62 milioni di euro annui solo di Iva. E questo spiega tanta disattenzione. Bisogna poi dire che il mercato della benzina non è propriamente libero: in tutta Italia ci sono circa 24mila distributori (siamo i primi in Europa) per lo più legati a poche grandi case petrolifere. E poichè si parlava di pompe “bianche”, come mai in Italia si conosce già poco tale termine e, dunque non viene dato impulso a quei distributori senza bandiera dove, non dovendo scaricare costi ulteriori sui consumatori e potendoli far gestire ad esempio dalle catene di centri commerciali, si potrebbero risparmiare anche 10 centesimi al litro di benzina o altro carburante? Tanto è vero questo risparmio che, guarda caso, secondo uno studio dell’Istituto Bruno Leoni, quando le pompe tradizionali si trovano nelle vicinanze dei distributori gestiti dalle grandi catene di supermercati, gli altri impianti tagliano i prezzi portando a risparmi complessivi per i clienti anche fino a 200 milioni l’anno. QUESTO ARTICOLO E' STATO VISUALIZZAT0 senigalliaVOLTE
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One Comment

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