Compro oro: tutto finito o quasi, ma è davvero così!

comprooro C’è stato un tempo in cui le loro vetrine spuntavano come funghi in ogni angolo delle città, richiamo per le famiglie che per fronteggiare la crisi economica hanno venduto gioielli e preziosi approfittando anche della crescita del prezzo dell’oro. Ora il boom dei compro oro è finito: nell’ultimo anno molti locali hanno chiuso sia per il ribasso delle quotazioni dell’oro sia perché le famiglie ormai hanno esaurito i beni da impegnare. Qualche giorno fa lo ha scritto il Sole 24 ore, che riprendendo i dati dell’Associazione nazionale tutela il comparto dell’oro parlava di un settore passato da circa 35 mila compro oro in tutta Italia (gioiellerie comprese) a circa 20 mila: hanno pesato l’abbassamento delle quotazioni dell’oro, la concorrenza e il fatto che la gioielleria delle persone meno abbienti (che nel tempo hanno fatto ricorso ai compro oro) è stata ormai in gran parte venduta. Oggi a tornare sul caso è l’Adoc, che sottolinea: “Il boom dei Compro Oro è finito. Nell’ultimo ha chiuso il 60% dei locali, a causa sia del ribasso delle quotazioni dell’oro ma, soprattutto, dell’esaurimento da parte delle famiglie dei beni da scambiare in denaro”. Dice il presidente dell’associazione Lamberto Santini:
“Le famiglie hanno smesso di rivolgersi ai Compro Oro, ormai non c’è più niente da dare via, anche le ultime risorse extra per far quadrare i conti sono terminate: è per questo, oltre che per il ribasso del valore dell’oro, che ha chiuso il 60% dei locali Compro Oro in un anno, dopo il boom degli ultimi cinque anni. E’ anche un segno che i consumatori hanno imparato a non rivolgersi più a questa tipologia di attività, dato che le truffe sono spesso dietro l’angolo. Se c’è la necessità, crediamo sia preferibile rivolgersi ai banchi dei pegni, più affidabili, legati al circuito bancario e in grado di calmierare il crescere dei compro oro. I banchi negli ultimi 10 anni hanno visto incrementato, in media, del 7% il numero dei clienti. La maggior parte degli oggetti impegnati sono gioielli e orologi, spesso d’epoca e di famiglia, con un valore massimo di circa 25-30 mila euro. Di questi, circa il 5-6% non viene riscattato e finisce all’asta pubblica. Se tempo addietro il ricorso al monte dei pegni era visto come ultima spiaggia, oggi viene considerato come un’alternativa al credito al consumo, con la formazione di una clientela abituale che si rivolge al banco per superare la crisi economica che stiamo affrontando.”
Articolo redatto da Help Consumatori Sei il Visitatore N. contatori web    
Be Sociable, Share!

Tags: , ,